equilibro procrastinare produrre
Comunicare

Sempre in bilico tra Procrastinare e Produrre

Del Calendario dell’avvento, ovvero del tentativo di smettere di procrastinare, auto sabotarsi e mettere in mute la sindrome dell’impostore.

Siamo nel mezzo del cammin di nostra vita verso il magico giorno di Natale, mentre approfitto di quella ghiotta possibilità di fare lead generation che si chiama Calendario dell’avvento.
Così, senza avere più il tempo per poter programmare una strategia adeguata, il pomeriggio del primo dicembre mi è venuta improvvisamente voglia di farne uno tutto mio. Per divertimento, pensavo.

Invece il secondo giorno mi sono resa conto che avrei dovuto cercare altre 23 parole, creare un discorso di senso compiuto in meno di un minuto e realizzare un reel al giorno: povera me! È stato solo in quel momento che ho realizzato di aver, istintivamente, scelto un percorso che mi stava mettendo alla prova e che mi avrebbe portato ad un grande risultato personale.

Procrastinare e Produrre sono l’angioletto e il diavoletto di chi, come me, si occupa di comunicazione.

Passiamo le giornate a ricordare chi ci paga di darci i contenuti in tempo, perché la costanza è importante e il piano editoriale non si può stravolgere ogni settimana in base al meteo. Facciamo brainstorming, ascoltiamo, osserviamo tutto per identificare il contenuto giusto per il giorno giusto, e stiamo lì a partorire idee, parole, post per non perdere neanche un attimo dell’attenzione della clientela… la loro clientela!

Perché per il nostro piano editoriale, del nostro pubblico e dei nostri contenuti non abbiamo tempo, o forse è più giusto parlare di energie, e ci lasciamo abbandonare alla tentazione del diavoletto procrastinatore.

Così scorrono i calendari, le ricorrenze e le… opportunità!

Ancora con le scarpe rotte?

Ma, allora, perché spessissimo noi che comunichiamo per professione facciamo la parte del calzolaio con le scarpe rotte? Non può trattarsi solo di pigrizia, qui entrano in campo anche dinamiche più sottili e invisibili.

A volte la possibilità di rimandare è soltanto la nostra zona di comfort in cui ci rifugiamo perché non ci sentiamo all’altezza di ciò che facciamo e preferiamo auto-sabotarci per cercare altre giustificazioni al nostro comportamento. È il solito cane che si morde la coda: non produciamo contenuti perché non ci sentiamo adeguatamente pronti, così ci ostacoliamo per dimostrare che è meglio stare immobili.

Dietro la sindrome dell’impostore ci sono mille ragioni personali, psicologiche e pressioni sociali che, in forme lievi, portano alla non accettazione dei propri successi sentendosi ‘impostori’ nella propria situazione. L’auto-sabotaggio ne è la conseguenza: in maniera istintiva si tenta di frenarsi per non porsi nella condizione in cui si sente di occupare un posto che non ci appartiene.

E non c’entra la nostra professionalità e capacità di lavorare per le nostre aziende, c’entrano piuttosto le aspettative altissime che abbiamo su di noi, condizionatə come siamo dal raggiungimento degli obbiettivi e dal personal brandig. Ogni contenuto che produciamo ci sembra inutile, poco interessante e stupido, rispetto agli standard che ci siamo posti nella testa.
Come ogni psicologə ha un tutor personale, anche chi comunica dovrebbe averne unə d’ufficio, che sappia correggere il tiro, sorreggere in caso di difficoltà e avere un punto di vista esterno sulla strategia adottata.

E il Calendario Blu dell’Avvento come salva dal procrastinare?

Cercare una parola al giorno, darle un significato mio, spesso frutto della mia visione laterale delle cose, vestirmi ogni volta in maniera diversa, essere puntuale il più possibile, trovare l’orario giusto di pubblicazione per quel contenuto, organizzarmi per quando non lavoro da casa… tutto questo fa parte di un esercizio che faccio con me stessa per mettermi alla prova e vincere la sfida! Non conosco altro modo di superare i miei limiti se non affrontarli di petto, quando ne vale la pena!

In realtà basterebbero 21 giorni, solo 21 giorni per iniziare a cambiare abitudini… e invece no! Per chi non fa altro che procrastinare come me 21 giorni sono una difficilissima montagna da scalare!

Oltretutto, 24 giorni sono poco più dei 21 giorni succitati… ma basteranno davvero 21 giorni per cambiare un’abitudine? Pare di no, sembra che sia una credenza diffusa in maniera impropria.

Però questo allenamento alla produzione, al confronto e all’analisi su di me mi ha spalancato verso nuove eventualità. Per esempio, mi ha stranito molto ricevere feedback dalle amiche più vicine che, attraverso i miei reel, hanno ritrovato parti di me che non ricordavano.

Entrando in contatto con i miei confini sto scoprendo tante bellissime cose.

Per esempio, mi sono resa conto che è la mia prospettiva sulle cose a fare la differenza, ma che stavo rischiando di parlarmi addosso! Per questo motivo, strada facendo, ho preferito che fossero altre persone a scegliere le parole di cui parlare, per coinvolgerle, ringraziarle e provare nuovi percorsi.

Ed ecco, puntualissima, l’impostora che è in me, a chiedermi se sarò in grado di gestire parole lontane da me, come comportarmi nel caso in cui mi fossero arrivate parole uguali da persone diverse, a capire se sarei stata in grado di trovare le parole giuste per parlarne in un solo minuto. Tutto questo perché senti più forte la responsabilità delle scelte di altre persone. E hai ancora la tentazione di procrastinare.

Da pochi giorni raccolgo le parole preferite da chi mi è vicino, e sento già di poter affermare che è un’esperienza fantastica. Approfondire, osservare, ascoltare le parole che non sono necessariamente mie mi pone in quella posizione scomoda che mi fa crescere, come i bambini alle prese con i loro primi passi.

Chiedo aiuto, nella mia memoria, ai miei soliti riferimenti: Niccolò Fabi, Caravaggio, Federico II, ai miei insegnanti preferiti, agli anni in Accademia, alle parole stesse, ai libri amati. Così, poggiandomi sui miei forti pilastri, guardo cose nuove e mi concedo di perdere l’equilibrio per un attimo, compiendo il primo passo verso un nuovo, lungo viaggio. Ed ecco che, quello che doveva essere un gioco, sta diventando un potente faro.

Non so cosa succederà alla fine dell’esperimento, credo che troverò un modo per proseguire, in altra forma, questo esercizio. Di certo adesso non dovete perdervi il mio Calendario Blu dell’Avvento sul mio profilo Instagram @mariablu_content.is.the.queen e dirmi cosa ne pensate, poi si vedrà.


Mi fido del mio istinto, ed è già una vittoria.

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