bilance e bilanci
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Bilanci e bilance non fanno per me

Oggi è il giorno dei calendari vecchi alle pareti e delle bilance. I bilanci sono finiti e lo sguardo è rivolto a domani. Per questo io preferisco oggi al 1 gennaio, oggi è più sincero. E poi preferisco il peso delle parole che trovano il loro equilibrio nella concretezza dei fatti, e preferisco verificare il cambiamento piuttosto che dare un voto ad un anno solare.

Del resto l’anno solare cos’è?

Si tratta solo di un segmento di tempo arbitrariamente misurato dall’uomo, l’essere senziente che ha bisogno di targettizzare tutto per potercisi riconoscere. Non bastava il ciclo lunare e l’avanzare delle stagioni? No, serviva un calendario con datazione mobile, che quando è più grasso sembra anche un po’ funesto (come l’anno in entrata, stay tuned!) per regolarizzare le ore di sonno e di veglia, il lavoro e il riposo, la passione e le emozioni.

Serviva un calendario per gli anniversari e i maledetti ricordi di facebook, per le date dietro le fotografie e le feste di compleanno, che se si contassero, per esempio, gli inverni vissuti io che sono nata in piena primavera ne festeggerei 46 quest’anno, invece di 47 e non sarei stata costretta a leggere tutti i bilanci di fine anno, come se un anno solare potesse avere la responsabilità della nostra buona o cattiva sorte!

Però mi piace anche contraddirmi

…e so che amo il Natale, festeggio tutti i compleanni e onoro gli anniversari, ma solo per vivere tutto questo tempo a modo mio. E mi piace anche riempire l’attesa per ridurla, che quando aspetti nel vuoto sembra tutto infinito. E mi piace il cambiamento come metro di misura di tutte le cose. Non mi piace stare immobile e guardare alla vita con distacco, mi piace cambiare con essa e compiacermene. Mi piace far parte del tempo piuttosto che subirlo.

Per questo amo fare il calendario dell’avvento, perché ogni volta ne faccio un’occasione di crescita, un test per misurare me con gli altri. Quest’anno l’ho fatto non per contare ma per cantare i giorni, per scoprire dove mi avrebbero portato i loro colori.

Inizio da un’idea, un momento, poi mi lascio guidare dagli spunti, dalle sollecitazioni di chi mi legge, dagli istanti che vivo. All’inizio è un fiumiciattolo, poi diventa torrente, fino alla fine sono cascate che mi portano a scoprire nuovi paesaggi di me e tanti luoghi emotivi in comune con chi mi segue.

Quindi arrivo al Natale che sono diversa da com’ero il 1 dicembre, con la consapevolezza che seguire il mio istinto è il modo migliore per mettermi in connessione con il mio pubblico e crescere insieme.
Così mi viene in mente lo scorso anno, quando ho fatto il mio primo calendario dell’avvento, che mi ha insegnato ad assecondare il flusso delle mie sensazioni. E sì, sono cambiata tanto quest’anno.

Adesso non farò l’elenco delle cose che il 2023 mi ha dato e mi ha tolto

…ma delle cose che hanno fatto funzione di allunghe al tavolo della mia vita per far sedere attorno più amici, più collaboratori, più clienti, più emozioni e che mi hanno aiutato a fare spazio liberandomi da situazioni pesanti e limitanti.

  • Penso alle persone che ho messo in connessione, arricchendo me e loro, andando ad ispessire i rapporti con ognuno di essi e con il gruppo. Poi mi sono divertita a moltiplicarlo, il gruppo, portando dentro ancora altre persone e altro valore.
  • Penso ai clienti pericolosi che ho allontanato dalla mia strada lasciandomi lo spazio per il tipo di cliente che voglio da sempre, grazie alla mia consapevolezza di ciò che è dannoso per me e di quanto valga il mio lavoro che, decisamente, non è per persone qualsiasi.
  • Penso al lavoro realizzato con chi non avevo mai visto prima, che mi hanno messa alla prova mostrando a me stessa tutta  l’esperienza, la storia e la competenza ho ignorato per tanto tempo, sottovalutandole e sminuendole.
  • Penso a quando sono andata contro il mio dolore a testa alta, senza nasconderlo a me stessa, con la convinzione che l’avrei vinto e con la fretta di uscirne il prima possibile. E penso alla leggerezza provata quando sono uscita da quella stanza trasparente piena di fumo grigio.
  • Penso all’emozione di ritorno, alle idee provocate, alle soluzioni stimolate dai miei pensieri così ingenui e istintivi, e non posso fare a meno di confermare che abbattere le sovrastrutture nella mia testa è il modo più veloce per circondarmi delle persone, delle azioni e del lavoro che ho sempre sognato. Me lo ha ricordato anche il teatro per la piccolissima infanzia, che mi ha fatto riappacificare con l’arte sacra come la vivo io.
  • Penso che farò le mie scelte continuando a dar spazio al cuore, e a chi lo usa, e fiducia agli unicorni e a chi ci crede. Perché finora ho raccolto solo risultati, fatturato compreso!

E auguro anche a voi che, al posto di bilanci e bilance, possiate misurare la vostra vita in amore e fantasia.

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