siamo fatti di link
Coinvolgere,  Comunicare

Siamo fatti di link

‘Ti mando un link’, ‘Mandami il link!’, ‘Hai avuto il link?’, ‘Mi serve un link’. Simo stra-fatti di link.

Quante volte al giorno ci ritroviamo a dire frasi del genere? Su quanti argomenti, necessità, formati spazia il nostro utilizzo di link? Ma poi: che cos’è un link?

Ma da quando si parla di programmazione qui?

Ecco, appunto: io preferisco sempre le persone.

Del resto gli algoritmi, quelli di cui sentiamo spesso parlare nel modo di internet, altro non sono che l’applicazione matematica degli algoritmi nei quali respiriamo, ci emozioniamo, ci innamoriamo e litighiamo.

Nella nostra vita off line, intendo.

Quindi parliamo di collegamenti ipertestuali, ma anche e soprattutto di persone. Anzi, di relazioni.

Perché, quando una persona ti invia un link di un contenuto divertente, lo fa perché vuole ridere con te. Quando invece è il link di un evento, in realtà, ti sta invitando, oppure sa che a te potrebbe interessare. Quando ti inviano un link di un drive è per condividere un contenitore con te, e se ti inviano il link del loro sito è perché vogliono accoglierti nel loro spazio oppure che tu li conosca.

Quante azioni dentro un url, quante emozioni! Non è solo una sequenza di numeri e lettere, ogni volta è come aprire una porta di una stanza diversa da dove ci troviamo, e magari scorgiamo anche un po’ della persona che ce l’ha inviato!

Un link, infatti, è un anello di collegamento che non funziona solo tra diversi dispositivi: apriamo un link ogni volta che facciamo conoscere due persone, che visitiamo un luogo nuovo, che vediamo un film o leggiamo un libro. Un link aiuta anche ad avvicinare due persone fisicamente distanti.

Chi ha letto il titolo di questo articolo intonando ‘Siamo fatti così’ alzi la mano!

Vi vedo, sicuramente nati dopo la fine degli anni ’80, siete visibilmente nostalgici e vi hanno cresciuto a pane e cartoni animati su Italia 1! Anche questo è un collegamento, un riferimento che si fa riconoscere da un gruppo, ristretto o meno, di persone. La riconoscibilità è un grande, umano, link!

La possibilità di farsi ri-conoscere è un grandissimo link che aggancia le emozioni, i ricordi, i vissuti personali. Ed ecco che, di nuovo, il link si dimostra molto più importante di quanto appaia!

I collegamenti umani si attivano (come i link quando ci passi sopra il mouse) sulla base delle emozioni, dei vissuti e della reciproca riconoscibilità. I simili si riconoscono e a loro volta avvicinano altri simili. Così sbocciano le famose ‘bolle’ social, quei gruppi di persone collegate tra loro da grappoli di motivazioni, che nascono dagli algoritmi e che danno vita a collaborazioni, progetti, idee e, nel peggiore dei casi, matrimoni.

Mi vengono in mente i pranzi e gli aperitivi durante gli eventi di marketing, lì dove si aspira al networking ma cibo e alcool sono sempre collanti più efficaci. Ne avrei di esempi da citare, ma ce n’è uno che rappresenta facilmente ciò che intendo. Era maggio scorso, all’&Love Story ho voluto fortemente che tre persone molto importanti nella mia vita si conoscessero, e da quei giorni condivisi (o moltiplicati?) con altre persone tra Giada, Simona, Francesco e me sono nate collaborazioni, lavori, progetti e l’affetto si è quintuplicato. Il quartetto si è ricomposto per lo Storytelling Festival a Bari, dove i nostri pranzi hanno raddoppiato i coperti, i bicchieri di vino e le conoscenze. Perché alla fine è semplice, se ognuno di noi porta una sola persona che ci somiglia nel gruppo, le possibilità di crescita sono infinite.

Ok, ma quando la smettiamo con le banalità?

Adesso, adesso. Ma solo se vi va di fare un gioco con me.
Troviamo i collegamenti tra queste tre citazioni?

“Siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più” 

Jim Rohn

“Al principio c’è la relazione” 

Martin Buber

“Il tuo brand è ciò che dicono di te quando non sei nella stanza”

Jeff Bezos

Ma dai, è semplice!

Se siamo la media delle cinque persone con le quali scegliamo di passare più tempo, quindi la nostra bolla più ristretta, e, contemporaneamente, poniamo in essere la persona come conseguenza delle relazioni (non il contrario, quindi sono le connessioni a fare le persone), significa che ognuno di loro rappresenterà qualcosa di noi a chi non ci conosce.

Immaginiamo, adesso, di uscire dalla stanza in cui ci sono tutti loro.

Noi siamo ancora lì dentro, vero?

E se unə di loro fosse in un’altra stanza?

Ci sarebbe un pezzettino di noi!

E se non ci fosse nessuno di loro ma ci fossero dei loro conoscenti?

…Esatto!

Ora, potete essere d’accordo o meno con queste definizioni, ma messe insieme ci danno la possibilità di riflettere ulteriormente sul nostro personal branding e sul lavoro di comunicazione che facciamo, come aziende, come persone, on line e nella nostra vita di tutti i giorni.

Lo dice anche la SEO (Search Engine Optimization) che l’attività di link building è di primaria importanza per una buona reputazione e per un ottimale posizionamento sui motori di ricerca.

Sono i nostri collegamenti che raccontano chi siamo, che rafforzano la nostra credibilità e possono aprirci a mondi sconosciuti. Il vero vantaggio è che è tutto in divenire, tutto è silenziosamente costruire, nulla è lasciato al caso.

Siamo fatti di link, l’avete mai notato?

PS: durante la stesura di questo articolo ho scritto ricconoscono e, per due volte, amozionare. Seppur siano refusi mi sembrano due bellissimi errori che hanno comunque un senso, quindi li lascio qui, sperando possano creare degli affascinanti link.

Di parole, di pensieri e di link che generano cambiamenti ne parlo, ogni tanto, nel mio canale Telegram, vieni di là a collegarci, dai!

Le immagini in questa pagina sono state realizzate con l’Intelligenza Artificiale

Un commento

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.